TESTAROTTA Orazio

Orazio Testarotta, ovvero Oronzo Miggiano, morì a Taviano il 26 dicembre 1964 e bene a ragione il modo migliore per onorarne la memoria è sembrato quello di intitolargli una strada.

Orazio Testarotta (Oronzo Miggiano)
Periodo: (1870 - 1964)

Qualche tempo fa il "Quotidiano" di Lecce pubblicava uno speciale dal titolo "Concittadini", in cui erano indicati alcuni nomi di personaggi illustri che con le loro opere avevano onorato il loro paese di origine. I miei ricordi volarono al passato e mi tornò alla mente quali cose aveva scritto Orazio Testarotta, poeta dialettale, che scrisse una commedia inedita "La vera mamma de... garbu". E ricordai anche che un poeta vernacolo parabitano, Rocco Castaldi, aveva celebrato il Miggiano in una lirica dal titolo "Uscetto", e lo aveva considerato suo maestro d'arte.
 
L'egregio prof. Osvaldo Gianni aveva scritto e pubblicato, con taglio critico-letterario da particolare interesse, uno studio dal titolo "Orazio Testarotta poeta dialettale tavianesi". Orazio Testarotta fu sì poeta satirico dialettale. È noto che la satira, in termini moderni e per estensione, è quel genere letterario che si specifica in "componimenti poetici che criticano argutamente le debolezze umane". "Orazio", è certamente in omaggio al grande poeta satirico dell'antichità latina; "Testarotta" sintetizza, a mio avviso, un atteggiamento di rottura, sferzante, senza remore e infingimenti, volto a correggere bonariamente e simpaticamente le umane debolezze.
Io lo ricordo così: alto, magro, volto lungo con baffo e capelli tagliati a spazzola, viso aperto e sorridente, aria quasi canzonatoria, sobriamente vestito, cravatta a fiocco. Era la figura di un borghese, di un signore di campagna, sobrio; ma si distingueva per gli interessi letterari che coltivava da intelligente autodidatta. Orazio Testarotta era di formazione laico-democratica. Quanto al problema religioso amava dichiararsi non credente. In una poesia intitolata "A Cristo", vi è questa dichiarazione che è sì di fede, ma che nel contempo rivela una profonda solitudine morale. E la sua satira?
Osservatore acuto e intelligente delle persone comuni, dei fatti e delle circostanze della vita e delle umane debolezze. La sua opera fu varia, piacevole ed efficace, perché apriva sapientemente un varco alla morale vera e alla verità. Nelle sue commedie e nelle sue poesie egli sommuoveva fatti e persone identificabili nelle tante allusioni. Orazio Testarotta penetrava queste realtà e le frustava giocando. La poesia di O. Testarotta uscì anche fuori dal remoto Salento. Essendo egli socio del "Convivio Letterario, ebbe il piacere di veder pubblicate diverse sue composizioni.

 

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