Monumento al carabiniere Martino Manzo

Medaglia d’argento al valore militare

Statua di Martino Manzo

Scheda di dettaglio

In periodo di eccezionali eventi bellici seguiti all'armistizio, preposto con altri militari della sua stazione alla difesa di importante centrale telefonica, assolveva coraggiosamente il suo dovere opponendosi al tentativo di occupazione e di devastazione da parte delle truppe tedesche. Catturato per rappresaglia e condannato a morte con i suoi compagni, affrontava con ammirevole stoicismo il plotone di esecuzione. Nobile esempio di virtù militari e di consapevole sacrificio".
Napoli-Fertilia 8-13 Settembre 1943

Nato a Taviano il 19 maggio 1894, quarto di nove figli, Martino Manzo visse a Taviano fino alla chiamata alle armi per l'assolvimento del servizio di leva. Non sappiamo quasi nulla del soldato di Cavalleria MANZO, sappiamo solo che durante il servizio si arruolò nell'Arma dei Carabinieri come ausiliario, venendone congedato sei mesi dopo la fine della prima guerra mondiale.
Allo scoppio della seconda guerra mondiale, richiamato in servizio nell'Arma dei Carabinieri, fu destinato prima a Brindisi e successivamente a Napoli.

Era lì il 12 settembre 1943, quando i tedeschi incendiarono l'Ateneo di Napoli, saccheggia-rono le abitazioni attigue e, sotto gli occhi degli abitanti del rione Porto, fatti appositamente radunare, trucidarono un marinaio che aveva lanciato bombe contro di loro. Quindi attaccarono la stessa caserma della stazione Porto. I 14 Carabinieri della stazione, incuranti della schiacciante superiorità avversaria e pur consci di non poter ricevere alcun aiuto, reagirono con bombe a mano e con mitra. I tedeschi risposero al fuoco rabbiosamente. I Carabinieri, infine, esaurite le munizioni, furono circondati, sopraffatti e catturati. L'autocarro che trasportava i 14 militari dell'Arma sostò prima presso un campo di concentramento nei pressi di Aversa, poi raggiunse, durante la mattina del 13 settembre, la località "Madama Vincenza" nel Comune di Teverola, in provincia di Caserta. Alle 15, i Carabinieri vennero condotti a piedi in un vallone, ai margini del quale erano piazzate quattro armi automatiche. Due lunghe raffiche furono l'epilogo del tragico episodio. Subito dopo, uno dei nazisti, armato di pistola mitragliatrice, infierì sui morti e sugli agonizzanti, sparando all'impazzata.
Alla memoria dei 14 Carabinieri verrà concessa la medaglia d'argento al valor militare. Le salme dei valorosi militari riposano ora a Teverola, in un'unica tomba, voluta, dopo la liberazione, dall'unanime consenso degli abitanti del piccolo centro.

Fu questa la fine orrenda di Martino Manzo. L'efferato eccidio iscrisse nell'albo del martirologio nazionale il nome del nostro concittadino, che il 24 maggio 1986 ha ricevuto il doveroso tributo di onore con l'inaugurazione di un monumento in sua memoria, fatto erigere dall'Amministrazione Comunale su proposta della locale sezione dell'Associazione Nazionale dei Carabinieri in congedo, a lui intitolata.


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Statua di Martino Manzo

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