La Madonna del Miracolo

Nel cielo di Taviano si staglia luminosa l'immagine della Madonna. Ella veglia sul popolo, che la venera con devozione. E' la statua dell'Addolorata, ma per i Tavianesi è la "Madonna del miracolo", da quando, nel 1866 e nel 1894, per sua intercessione cessarono in paese due mortali epidemie.

Anche i giornali dell'epoca riportarono rilevanti testimonianze dirette. Taviano, accerchiato da zone paludose, contava appena 3700 abitanti e la popolazione andava sempre più diminuendo a causa delle tristi condizioni di vita. Un'epidemia di meningite cerebrospinale dilagò in paese. Il morbo infierì sulla povera gente senza mezzi per curarsi, tutti si aspettavano aiuto materiale e morale, che però non venne. La situazione, divenuta tragica, sfociò in uno scontro tra amministratori e oppositori, e le denunce giunsero fino al governo del Re. Il primo a scagliare l'attacco sullo "Spartaco" fu un "innominato", già noto allora e facilmente individuabile anche oggi. Egli denunciò all'opinione pubblica la disperata situazione di Taviano, attribuendolo ad inefficienza amministrativa. Non poté negare i fatti, ma ribaltò le colpe.A distanza di un secolo quegli articoli scuotono ancora profondamente per le nuove verità che ci raccontano. Le accuse erano le seguenti. Dovevano essere distrutte le case fatiscenti , ma l'amministrazione non aveva provveduto a farlo. Le condizioni igieniche erano umilianti: in piazza si vendevano a caro prezzo carni guaste; i pozzi neri non erano protetti e brulicavano topi; molti neonati venivano abbandonati e affidati alla "ruota"; mancava la pubblica sicurezza e i reati restavano impuniti; i poveri affamati e senza tetto erano tanti, il Comune non era in grado di provvedere perché fortemente indebitato. Durante l'epidemia di meningite, quando più il popolo aveva bisogno di aiuto, gli amministratori avevano abbandonato il paese ed erano "Fuggiti", rifugiandosi altrove. La Madre, addolorata, ascoltò le suppliche dei tavianesi. Sull'evento miracoloso ha scritto pagine mirabili e toccanti il nostro caro maestro Antonio Schito. L'epidemia cessò.

Ma quando gli amministratori rientrarono a Taviano, molti si ribellarono. Il sindaco e i consiglieri si divisero, il comune fu retto da un commissario prefettizio; i ricorsi fioccarono, richiedendo lo scioglimento del Consiglio Comunale La vicenda si chiuse con il ritorno in carica degli amministratori. Il sindaco, nel suo comunicato, affermò che nessuno avrebbe mai potuto risanare tanti mali e realizzare opere pubbliche, quali case abitabili, scuole, strade, acqua, fognature. A distanza di un secolo, la ridente cittadina di Taviano, popolosa e industriosa, sotto il materno sguardo della Madonna si stende in una valle ubertosa. E' una bella realtà. E' questa la prova che, per sconfiggere i mali che ogni tempo porta con sé, non bisogna mai perdere la fiducia degli uomini e la fede in Dio.

NOTA: Il sindaco dell'epoca era Portaccio Giuseppe, fu Michelangelo.

Tratto da "Cronache d'altri tempi" di Laura Lupo

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