Edicola Madonna delle Rine

La cappella è stata restaurata e restituita alla città

Facciata

Scheda di dettaglio

Su una pagina del Quotidiano del 2 ottobre 1993 si legge: "Le misteriose Rine tornano in festa". L'associazione "Cultura e Salento", infatti, ha riscoperto e riportato in vita con la prima domenica di ottobre, l'antica fiera "Matonna delle Rine"; fiera del bestiame, sagra religiosa e popolare sorta intorno all'antica edicola rustica. Alcuni volenterosi e appassionati cultori delle memorie locali, avendo intuito e colto i legami devozionali e spirituali degli abitanti del quartiere ancora vivi nella memoria storica, hanno pensato di ridare vita ai vecchi ruderi. La cappella, alta 1,85 m e larga 2,25 m, è stata ricostruita e riconsegnata al popolo tavianese.

All'interno, inglobata in una struttura protettiva di carparo, domina l'immagine della Madonna con il Cristo morto tra le braccia e l'angelo, dipinta da un anonimo artista di strada, forse un madonnaro; è stata restaurata poi da un anziano pittore autodidatta e dilettante, come nella più pura tradizione di tale cappella. Accanto all'immagine è visibile l'epigrafe: O TRAFITTA MIA SIGNORA, FA CH'IO PIANGA TECO OGN'ORA... versi sussurrati, con spirito devozionale o propiziatorio, da madri in pena nei momenti tragici della vita: annate cattive, siccità, epidemie, partenza dei figli al fronte, notti di bombardamento...


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Facciata

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Affresco

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Epigrafe

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