CHIESA DI SANTA MARINA

Ubicata ad un km ad ovest del paese, lungo la provinciale Taviano - Mancaversa, in località detta " Crucicchie" e conosciuta essa stessa come " A Crucicchia", questa chiesa fu edificata nel 1704 da Gerolamo Moschettini, del cui casato si intravede ancora, sulla facciata, il blasone assai corroso.

Tempio dedicato anticamente a S. Maria di Costantinopoli, come si evince da una visita pastorale del vescovo Sanfelice nel 1719. Da un documento anonimo risulta che detta chiesetta era maggiormente frequentata e adibita al culto soprattutto nella Domenica in Albis, ovvero la domenica subito dopo Pasqua, per onorare la Vergine di Costantinopoli; così come, in questa domenica ancora oggi vengono onorate, nel nostro territorio, la Madonna della Campana a Casarano e la Madonna dell' Alto ad Alliste.

Il largo spiazzo prospiciente la chiesa era pertanto, in quella domenica di primavera, meta obligata di devoti e pertinente alla " luce ampia " dei versi di Arminio con i quali ci è gradito raffigurarci quel tempo assai lontano.

Accanto al tempietto sorsero poi, in epoche successive, 5 edicole votive, la casa del custode, la cisterna e il forno. La struttura è ad un solo vano con volta a crociera sorretta da pilastri ornati di capitelli. La volta come le pareti sono riccamente dipinte a fresco o a tempera; dipinti del XVIII° sec. a tematiche sacre e gravemente compromessi dal precario stato di conservazione.

Nel presbiterio si scorge l' effige di Santa Maria di Costantinopoli, mentre sulla lunetta a destra appare rappresentato San Domenico così come in quella sinistra San Francesco da Paola nell' atto di attraversare lo stretto di Messina su di una vela, lasciando intravedere, sul margine destro di detta lunetta, il porto di Gallipoli. Sulla parete orientale, alle spalle dell' ingresso, troviamo rappresentata Santa Cristina ed un guerriero. Sulla volta campeggiava invece l' immagine del Creatore attorniato da angeli.

Recentemente restaurata, è stato tuttavia difficile riportare la chiesa allo stato originario, sì che ancora oggi, pur rivalutata per la celebrazione di particolari riti nel corso dell' anno, resta ancora uno dei più eloquenti monumenti di denuncia della consunzione del tempo e dell' incuria dell' uomo per tanto tesoro.